Una geometria che si insinua nel Caos del Natura. Linee parallele che convergono verso un punto inesistente, come se la prospettiva risucchiasse tutti gli elementi che compongono l’immagine. Ed è lì che immaginazione e realtà convergono. Rielaborando il concetto di Luigi Ghirri, per cui la soglia è un luogo in cui esiste “una dinamica di scambio continuo fra rappresentazione della realtà e la realtà stessa ”1, questo progetto ha la finalità di volgere l’attenzione su ciò che è aldilà della soglia, da qui il titolo “Oltre”. L’immagine fotografica si esprime attraverso vari espedienti: l’armonia che la compone, i colori e le forme che concorrono a creare un linguaggio comune. Ed infine si aggiunge anche una finalità espressiva, la quale delinea e giustifica la cifra stilistica adottata. Queste fotografie si propongono come portavoce di quei luoghi dimenticati, in cui è predominante un’atmosfera sospesa. Al duro, scarno e crudo asfalto si contrappone una Natura che si presta da cornice, e sembra quasi che i due elementi collaborino per guidare lo sguardo dell’osservatore verso l’oltre. Il progetto si presenta come una serie di fotogrammi che hanno in comune pochi ma fondamentali elementi: una strada di campagna e campi. Talvolta si scorgono alcune abitazioni, altre volte si intravede l’architettura di un binario, un traliccio. Oppure sullo sfondo si riconosce la silhouette dei monti. Altre volte ancora, la nebbia sembra rendere ancor meno visibile e percettibile la continuità della stessa strada. È in questi luoghi enigmatici che l’osservatore è chiamato semplicemente a guardare e perdersi nella semplicità delle cose e andare oltre. Per guardare dove non c’è nulla di nuovo. Lasciare che lo sguardo contempli la semplicità. Di fondamentale ispirazione è stata l’idea di Ghirri applicata alla foto: “una proiezione affettiva, lo sguardo come incontro con le cose, verso cui ci dirige una nostra tendenza intima”2 . Ecco, credo che questo sia l’aggettivo che meglio possa indicare la dimensione entro cui si sviluppa la fotografia: l’intimità. La fotografia si rivolge innanzitutto al nostro mondo introspettivo. E paradossalmente essa si nutre proprio di questo mondo; muore, rinasce e si rinnova proprio grazie all’interpretazione di ognuno. Per questo risulta fondamentale anche la forma rigorosa e scarna attraverso cui essa si presenta. Per poter divenire un linguaggio aperto a tutti. Un linguaggio
universale.

1Luigi Ghirri, Lezioni di fotografia, Quodlibet, Reggio Emilia 2010, p. 160.
2Gianni Celati, Ricordo di Luigi, fotografia e amicizia, in Luigi Ghirri, Lezioni di fotografia, Quodlibet,
Reggio Emilia 2010, p. 259.

Oltre
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Oltre

A new concept, starting from Luigi Ghirri, italian photographer.

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